29.1.12

KEPLER : 11 NUOVI SISTEMI PLANETARI

Fino al lancio del telescopio Kepler, nel 2009, si conoscevano circa 500 pianeti extrasolari sparsi in tutto il cielo australe e boreale. Oggi, grazie a questo telescopio che osserva eventuali variazioni di luminosità in 100.000 stelle racchiuse in una porzione ridotta del cielo (105° quadrati), contiamo 2326 potenziali pianeti e 61 pianeti confermati.
Estendendo il campione a tutto il cielo vediamo come sia ragionevole parlare di miliardi e miliardi di pianeti solo nella nostra Galassia.

Il 27 gennaio gli astronomi del team di Kepler hanno annunciato la scoperta di 11 sistemi planetari, per un totale di ben 26 pianeti confermati.

Crediti: NASA Ames/Jason Steffen, Fermilab Center for Particle Astrophysics
Tutti questi sistemi hanno dai 2 ai 5 pianeti, le cui taglie variano da quella terrestre a svariate volte quella di Giove.
Tutti i sistemi presentano i pianeti con orbite molto vicine tra loro e tutte racchiuse entro una distanza ridotta dalla stella. In tali situazioni, l'attrazione gravitazionale che i pianeti esercitano gli uni sugli altri è tale da far si che i pianeti accelerino o rallentino nella loro orbita. Kepler è in grado di rilevare questo cambiamento nell'orbita dei pianeti, tramite il metodo del TTV (ovvero : Transit Time Variation).

E' interessante notare come gran parte di questi pianeti presenti risonanze tra le orbite ; uno di questi sistemi potrebbe addirittura avere tutti i suoi 4 pianeti (2 ancora candidati in attesa di conferma) in risonanza.
In particolare 5 sistemi (Kepler-25, Kepler-27, Kepler-30, Kepler-31 e Kepler-33) mostravano risonanze 2:1, mentre alcuni pianeti di altri 4 sistemi (Kepler-23, Kepler-24, Kepler-28, Kepler-32) presentavano risonanze 3:2.

Gli autori delle scoperte sono :
  • Eric Ford, per Kepler-23 e Kepler-24 - articolo : "Transit Timing Observations from Kepler: II. Confirmation of Two Multiplanet Systems via a Non-parametric Correlation Analysis. Confirms KOI-168=Kepler-23 and KOI 1102=Kepler-24"
  • Jason Steffen, per Kepler-25, 26, 27 e 28 - articolo :  "Transit Timing Observations From Kepler: IV. Confirmation Of 4 Multiple Planet Systems By Simple Physical Models"
  • Dan Fabrycky, per Kepler-29, 30, 31 e 32 - articolo :  "Transit Timing Observations from Kepler: III. Confirmation of 4 Multiple Planet Systems by a Fourier-Domain Study of Anti-correlated Transit Timing Variations"
  • Jack Lissauer, per Kepler-33 - articolo :  "Almost All of Kepler's Multiple Planet Candidates are Planets, and Kepler-33 5-planet system"
Passiamo ora in rassegna questi nuovi sistemi planetari.

Kepler-23 
L'astro di questo sistema è leggermente più grande del nostro Sole ed attorno ad esso orbitano almeno tre pianeti, di cui due (Kepler-23b e Kepler-23c) sono stati confermati. Questi ultimi, di raggio pari a 1.9 e 3.2 raggi terrestri, orbitano rispettivamente a 0.075 e 0.099 UA dalla stella in 7.1 e 10.7 giorni, dando luogo ad una risonanza 3:2. 

Kepler-24
La stella di questo sistema invece è una copia esatta della nostra. I pianeti sarebbero ben 4 , ma solo due sarebbero ad oggi confermati : Kepler-24b e Kepler-24c. Posseggono raggi rispettivamente pari a 2.4 e 2.8 raggi terrestri, orbitanti 0.080 e 0.106 UA dalla stella in 8.1 e 12.3 giorni. Ha luogo una risonanza 3:2.

Kepler-25
Il sole di questo sistema è poco più grande e caldo del nostro ed ha attorno a sè due pianeti confermati : Kepler-25b e Kepler-25c. Posseggono raggi pari a  2.6 e 4.5 raggi terrestri, orbitanti a 0.068 e 0.110 UA dalla stella in 6.2 e 12.7 giorni. Si ha una risonanza 2:1 tra i due pianeti.

Kepler-26
L'astro del sistema scalda un po' meno del nostro Sole poichè possiede poco più di metà della massa solare.
Il sistema ospita tre pianeti di cui due confermati : Kepler-26b e Kepler-26c. Hanno simili dimensioni, pari a 3.6 raggi terrestri, ed orbitano a 0.085 e 0.107 UA dal loro sole in 12.3 e 17.3 giorni (risonanza 3:2).

Kepler-27
La stella di questo sistema è assai simile a Kepler-26, anche se ha una temperatura superficiale paragonabile a quella solare. A questo sistema appartengono due pianeti : Kepler-27b e Kepler-27c. Con i loro 4.0 e 4.9 raggi terrestri, distano 0.118 e 0.191 UA dalla loro stella , completando il loro anno in 15.3 e 31.3 giorni (risonanza 2:1).

Kepler-28
La stella ha il 75% della massa solare e risulta leggermente più fredda. Come le ultime, ospita due pianeti confermati : Kepler-28b e Kepler-28c. Di dimensioni simili tra loro , 3.4 e 3.6 raggi terrestri, orbitano a 0.062 e 0.081 UA in soli 5.9 e 9.0 giorni (risonanza 3:2).

Kepler-29
Questa stella è la copia esatta del nostro Sole ed ospita attorno a sè due pianeti confermati di taglia nettuniana : Kepler-29b e Kepler-29c. Posseggono 3.6 e 2.9 raggi terrestri ed orbitano a 0.09 e 0.11 UA dal loro sole in 10.3 e 13.3 giorni (risonanza 9:7).

Kepler-30
Come la precedente, è una gemella del nostro Sole. Ospita tre pianeti confermati : Kepler-30b, Kepler-30c e Kepler-30d. Hanno un raggio pari rispettivamente a 3.7 , 14.4 e 10.7 raggi terrestri e orbitano a 0.18 , 0.3 e 0.5 UA dalla stella in 29.3 , 60.3 e 143.2 giorni. I pianeti b e c sono in risonanza 2:1.

Kepler-31
L'astro è leggermente più grande del Sole ed i pianeti sarebbero quattro, di cui due confermati : Kepler-31b e Kepler-31c.I due pianeti hanno dimensioni molto simili rispettivamente di 4.3 e 4.2 raggi terrestri, orbitano a 0.16 e 0.26 UA dalla stella in 20.9 e 42.6 giorni. Se venissero confermati tutti e quattro i pianeti, sarebbe il primo sistema planetario ad essere in totale risonanza 1:2:4:8. 

Kepler-32
Attorno alla stella , di mezza massa solare e più fredda del nostro Sole, orbiterebbero 5 pianeti , di cui due sono stati confermati : Kepler-32b e Kepler-32c. Questi pianeti, di 4.1 e 3.7 raggi terrestri, orbitano a 0.05 e 0.09 UA dalla Terra in 5.9 e 8.8 giorni (risonanza 3:2).

Kepler-33
Questo è il sistema planetario più numeroso tra quelli annunciati ed uno dei più affollati in assoluto.
La stella è leggermente più grande e più calda del Sole e ha attorno a sè ben 5 pianeti , tutti confermati : Kepler-33b, Kepler-33c, Kepler-33d, Kepler-33e e Kepler-33f. I pianeti, di  raggi pari rispettivamente a 1.7, 3.2, 5.4, 4.0 e 4.5, orbitano a 0.07, 0.12, 0.17, 0.21 e 0.25 UA dalla loro stella in 5.67, 13.2, 21.77, 31.78 e 41.02 giorni.


Fonti:

25.1.12

HAT-P-38 b : UN FRATELLO DI SATURNO


Ieri è stata riportata ufficialmente la scoperta di un pianeta, transitante sulla stella GSC2314-00559 (di 0.89 M⊙, 0.92 R⊙, classe G e metallicità simile a quella solare) , noto come HAT-P-38b. Il pianeta completa il suo anno in 4.6404 giorni e possiede una massa e un raggio rispettivamente pari a 0.27 e 0.82 di quelli di Giove.
La particolarità di questo nuovo pianeta è la sua ineguagliata somiglianza, nelle misure, a Saturno.
Al secondo posto c'è WASP-29b, anch'esso assai simile a Saturno, che appartiene all'attualmente (gennaio 2012) piccolo gruppo dei pianeti di taglia simile a quella di Saturno. Ad oggi se ne contano 12.

Fonti :
http://arxiv.org/pdf/1201.5075v1.pdf
http://exoplanet.eu/planet.php?p1=HAT-P-38&p2=b


23.1.12

SI ALLARGA LA FAMIGLIA DEI PIANETI CIRCUMBINARI : RR Cae b

(fonte: DSS)
E' di questi giorni la scoperta di un nuovo pianeta circumbinario, ossia orbitante attorno ad una coppia di stelle. La coppia è catalogata con il nome di  RR Caeli. La tecnica utilizzata per la rilevazione del pianeta è quella del 'timing' del transito.
Le due stelle in questione sono due nane rispettivamente di 0.44 e 0.128 masse solari, che compiono un'orbita reciproca in 7.3h.
La scoperta è stata effettuata grazie alla rilevazione di  'anomalie' cicliche nella curva di luce della stella. In particolare, queste variazioni hanno un ciclo di 11.9 anni ed un'ampiezza di 14.3 secondi.
Il pianeta così scoperto, RR Cae b, ha una massa stimata di 4.2 masse gioviane ed orbita a circa 5 UA dalla coppia di stelle in circa 11.9 anni terrestri; a causa della forte interazione gravitazionale dei suoi soli, la sua orbita è assai circolare.
Altre anomalie indicherebbero la presenza di un secondo pianeta, probabilmente un gigante, con un'orbita più ampia. Quest'ultimo pianeta è ancora un'ipotesi non confermata.




Fonti :
http://exoplanet.eu/planet.php?p1=RR+Cae&p2=b
http://arxiv.org/pdf/1201.4205v1.pdf

20.1.12

UN SUPER-MERCURIO CHE SI STA DISINTEGRANDO...

Viene annunciata la scoperta, da parte del team del telescopio spaziale Kepler, di un pianeta che ogni 15.685 ore eclissa la stella KIC12557548 ( una nana di classe K). La luminosità della stella durante il transito cala in maniera variabile tra l'1.2% e lo 0.15% , portando gli astronomi a pensare che si tratti di un pianeta di taglia simile a quella di Mercurio, in fase di disintegrazione. Il pianeta sta espellendo gas e grani di polveri, probabilmente composte da pirosseni, dell'ordine del micron di diametro.

Il precedente storico fu la disintegrazione del pianeta gigante gassoso HD209458b, scoperta nel 2003. Ma la disintegrazione in corso di un pianeta roccioso non era stata ancora osservata.

La superficie del pianeta non è calda abbastanza (2000 K) )da sublimare, ma i vapori dei silicati incrementano il vento termico che si viene a creare, accelerando la fuoriuscita di materiale dall'atmosfera. 
La perdita di massa da parte del pianeta è stata stimata in circa 1Mterrestre/Gyr, ovvero 1011g/s.
Considerando la massa ed il raggio ipotizzati per il super-Mercurio, pari rispettivamente a  0.1 masse terrestri e 0.5 raggi terrestri,  la sua completa disintegrazione dovrebbe avvenire entro i prossimi 200 milioni di anni.

Il profilo dell'occultamento in ingresso ed in uscita dall'occultamento mostra asimmetria , rafforzando l'ipotesi del pianeta somigliante ad un corpo cometario, dotato quindi di una scia di gas e polveri che lo accompagna nella sua orbita.

Fonti :
http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/1201/1201.2662v1.pdf  (articolo)
http://www.skyandtelescope.com/news/home/An-Evaporating-Exoplanet-137751408.htmlhttp://www.skyandtelescope.com/news/home/An-Evaporating-Exoplanet-137751408.html

14.1.12

ATTIVITA' COMETARIA SU ETA CORVI

Lo scorso ottobre , il team guidato da Carey Lisse del Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory, ha rilevato attraverso il telescopio spaziale Spitzer i segni della caduta di materiale roccioso ghiacciato dalle regioni esterne verso le regioni interne del sistema planetario di Eta Corvi.
In quel sistema la situazione 'fotografata' dalle osservazioni di Spitzer equivale a quella che attraversò il nostro sistema solare nella fase chiamata 'Late Heavy Bombardment' , ovvero la fase finale dell'imponente attività cometaria nelle zone interne del sistema solare. Durante questa fase le comete avrebbero portato l'acqua e il materiale prebiotico nelle zone interne del sistema solare, interessando soprattutto i pianeti interni con massicci bombardamenti.Tra l'altro il sistema di Eta Corvi ha un'età stimata di circa 1 miliardo di anni, proprio come quella che aveva il nostro sistema durante la suddetta fase.

Secondo quanto citato dall'articolo, gli astronomi avrebbero osservato lo scontro di un oggetto cometario di circa 200 km si raggio su di un oggetto più esteso ( con massa minore di quella terrestre) orbitante alla distanza di circa 3 UA dalla stella, ovvero nella zona abitabile del sistema ; lo scontro avrebbe disperso nell'area dell'impatto grandi quantità di acqua e molecole organiche.
Quanto osservato potrebbe essere ciò che è successo alla Terra durante l'era

Il disco di polveri rilevato da Spitzer è abbastanza vicino alla stella da poter ammettere la presenza di un pianeta di taglia terrestre e potrebbe essere originato dal bombardamento di un pianeta a causa dell'attività cometaria. I sensori infrarossi che hanno analizzato la luce proveniente dal disco di polveri hanno rilevato tracce di ghiaccio, molecole organiche e roccia : gli ingredienti perfetti di una grande sorgente di comete.
La composizione della polvere attorno a Eta Corvi somiglia molto alla composizione del meteorite Almahata Sitta , caduto in Sudan nel 2008.

Un secondo e più massivo disco di polveri è stato osservato a distanze maggiori dalla stella e sembra essere il vero e proprio serbatoio cometario del sistema, simile alla nostra Fascia di Kuiper e nube di Oort. Sarebbe un luogo gemello della nostra Fascia di Kuiper.

Il lavoro è stato pubblicato sull'Astrophysical Journal.

Fonti :
http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2011-322
http://www.spitzer.caltech.edu/news/1319-ssc2011-08-NASA-s-Spitzer-Detects-Comet-Storm-in-Nearby-Solar-System
http://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/1110/1110.4172.pdf (articolo)


12.1.12

IL PRIMO SATURNO EXTRASOLARE ?

Il pianeta che eclissa ogni 54 giorni la stella 1SWASP J140747.93-394542.6 (distante 420 anni luce dal Sole)  possiederebbe un sistema di anelli analogo a quello di Saturno, composto da polveri e materiale roccioso frammentato. La stella è simile al Sole ma assai più giovane : 16 milioni di anni appena.

A differenza dei normali transiti in cui la diminuzione della luminosità stellare è ben rimarcata e intervallata, questa volta gli astronomi hanno osservato un lungo ed intenso eclisse che ha schermato ben il 95% della luce proveniente dalla stella.

La scoperta è stata effettuata dal team guidato da Eric Mamajek del Rochester and Cerro Tololo Inter-American Observatory e sarà pubblicata a breve sull'Astronomical Journal.
I dati utilizzati sono quelli del progetto SuperWASP (Wide Angle Search For Planets) e ASAS (All Sky Automated Survey); in particolare sono state studiate a fondo le curve di luce di stelle simili al Sole.
Resta da capire ora quale sia la massa esatta dell'oggetto per poterlo classificare come pianeta o stella mancata; di altrettanta importanza è l'indagine in corso per sapere se sono presenti lune o corpi minori orbitanti attorno ad esso, magari nascoste nel sistema di anelli.
L'ipotesi della presenza di lune potrebbe essere valida in quanto l'eclisse del sistema di anelli ha mostrato due 'gap' , che nel disco di anelli di Saturno spesso ospitano lune. Queste lune , nella loro orbita, ripuliscono il gap dal pulviscolo grazie alla loro influenza gravitazionale e al loro ripetuto passaggio.
Dunque, nel caso di una stella spenta staremmo vedendo le ultime fasi della formazione di un sistema planetario, altrimenti , nell'ipotesi di un pianeta gassoso, assisteremmo alla probabile azione indiretta di lune.

Fonti:
http://www.media.inaf.it/2012/01/11/qualcosa-che-somiglia-a-saturno/
http://www.astronomynow.com/news/n1201/11rings/

ALTRE TATOOINE....

46 ricercatori del team di Kepler , guidati dal Dr. W. Welsh,  hanno annunciato la scoperta di due nuovi pianeti orbitanti attorno a stelle doppie, proprio come il pianeta Tatooine immaginato più di 30 anni fa nell'universo di Guerre Stellari.
L'annuncio della scoperta è stato dato presso il 219° meeting dell'America Astronomical Society che si conclude oggi presso Austin, Texas.

Il grande precedente fu Kepler-16b (annunciato nel settembre 2011) , primo pianeta circumbinario scoperto.
Questa scoperta dimostra come questi pianeti non siano rarità nella nostra galassia e come anche questi debbano essere inclusi nei luoghi in cui cercare la vita. Secondo lo studio condotto attorno a questa scoperta , più dell' 1% delle stelle 'doppie strette' possiederebbe almeno un pianeta gigante gassoso , contando a milioni i pianeti circumbinari nella Galassia.

I due nuovi pianeti, Kepler-34b e Kepler-35b, sono due giganti gassosi della taglia di Saturno; Kepler-34b orbita in 289 giorni attorno alle sue stelle di tipo solare (che a loro volta orbitano l'una attorno all'altra in 28 giorni) mentre Kepler-35b orbita attorno ai suoi due soli più piccoli e freddi in 131 giorni ( e le stelle 80% e 89% della massa del Sole,  orbitano reciprocamente in 21 giorni).
I due pianeti risiedono entrabi su orbite troppo vicine alla stella per rientrare nella zona abitabile.

Secondo il Dr. Orosz , facente parte del team di scopritori, questo tipo di pianeti presenterebbe un clima davvero insolito , con sbalzi termici particolarmente forti e più cicli stagionali durante l'anno. Tutto ciò influirebbe notevolmente sulle dinamiche atmosferiche e sul possibile sviluppo della vita.

Kepler-34b e Kepler-35b si trovano rispettivamente a 4900 a.l. e 5400 a.l. dalla Terra , rendendoli i due pianeti più distanti conosciuti e confermati.
Lo studio relativo ai due nuovi pianeti è pubblicato su Nature (11 gennaio 2012).
















Fonti:
http://www.nasa.gov/mission_pages/kepler/
http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature10768.html (articolo)
http://go.sdsu.edu/kepler/

SCOPERTI 3 PIANETI PIU' PICCOLI DELLA TERRA

Gli astronomi della missione Kepler hanno annunciato oggi la scoperta di ben tre pianeti di taglia inferiore a quella terrestre orbitanti attorno ad una stessa stella, KOI-961. Si tratta di KOI-961.01 , KOI-961.02 e KOI-961.03.
I nuovi pianeti hanno 0.78, 0.73 e 0.57 volte il raggio terrestre : il più piccolo di essi somiglia per dimensioni a Marte.
Si presume, vista la taglia, che siano rocciosi ma la vicinanza alla loro stella li colloca tutti quanti fuori dalla zona abitabile del loro sistema , in particolare nell'area interna alla zona abitabile.
Le scoperte sempre più numerose di pianeti rocciosi di taglia marziana e terrestre è un fatto estremamente interessante che dimostra come la presenza di questa tipologia di pianeti sia una realtà estremamente diffusa nella galassia, un passo in più verso la possibile scoperta della Terra gemella.
Questa scoperta è stata prodotta da un team di astronomi del California Institute of Technology di Pasadena, incrociando i dati derivanti dal telescopio Kepler, quelli del Telescopio Palomar (presso San Diego) e del telescopio Keck alle Hawaii. Grazie a questi contributi, la taglia precedentemente sovrastimata , è stata ridotta     potendo così avere un quadro più realistico del sistema.
L'astro di questo sistema è una nana rossa con un raggio pari a circa 1/6 di quello solare che rende la stella  solo il 70% più grande di Giove. Per poter ottenere una stima accurata della massa dei pianeti , è stata studiata approfonditamente la famosa stella di Barnard , gemella della KOI-961.
Dunque, questo sistema planetario è in tutto e per tutto il più piccolo fino ad ora scoperto.

Ciò che , come è stato detto in precedenza, fa innalzare le statistiche sulla quantità di pianeti di taglia terrestre nella galassia è insito anche nella tipologia della stella : le nane rosse sono le stelle più diffuse nella Via Lattea e  l'aver scoperto tre pianeti rocciosi orbitanti attorno ad essa rende questa classe di pianeti estremamente comuni a livello statistico.
Vale la pena riassumere ciò che è successo in questi ultimi 2 mesi , che potremmo definire storici per l'astronomia.
A dicembre 2011 gli astronomi avevano annunciato la scoperta del primo pianeta di taglia terrestre (super Terra) orbitante nella zona abitabile della sua stella, Kepler-22b ; a fine mese venne annunciata la scoperta dei primi due pianeti di taglia veramente terrestre Kepler-20e e Kepler-20-f.


Fonti :
http://kepler.nasa.gov/
http://www.nasa.gov/mission_pages/kepler/

10.1.12

LA RICERCA DELLE ESOLUNE


Visti gli enormi e rapidissimi progressi che si stanno compiendo alla ricerca del gemello della Terra e l'ormai significativo campione di pianeti extrasolari scoperti, alcuni team di astronomi si stanno già attrezzando per il passo successivo : scoprire la prima esoluna.

Nuove simulazioni al computer potrebbero aiutare i ricercatori  a trovare queste lune nei sistemi planetari scoperti finora. Gli sforzi sono attualmente concentrati sul campione di potenziali pianeti scoperti da Kepler (1235 a febbraio 2011) ed in particolare su  quei 37 pianeti di taglia nettuniana e 10 di taglia gioviana orbitanti all'interno della zona abitabile del loro sistema.
Ciò che rende interessanti pianeti del genere è la possibilità che essi possiedano lune in grado di ospitare acqua liquida in superficie, dunque potenzialmente abitabili.

Tavola Periodica degli Esopianeti (credit: Planetary Habitability Laboratory)
Secondo David Kipping, del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, una luna della taglia giusta (con massa non troppo esigua, in modo da poter mantenere un'atmosfera)  , alla giusta distanza dalla stella (possibilmente entro la zona abitabile del sistema) , può avere condizioni favorevoli alla vita.

Le tre simulazioni effettuate sono tutte basate sulla rilevazione di eventuali piccole variazioni di luminosità della stella che possono indicare la presenza di una luna attorno al pianeta in transito.
La mossa vincente starebbe nel riuscire a rilevare la piccola variazione di luminosità indotta della luna orbitante  attorno al suo pianeta, a sua volta transitante sul disco stellare.

Il modello di Kipping, pubblicato sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society (MNRAS) nel maggio 2010, mostrò la tipologia e l'aspetto del segnale che si verrebbe a creare osservando un tale fenomeno aiutando così gli astronomi nella ricerca di tali segnali.
In un articolo successivo, un vero e proprio compendio sulla caccia alle esolune, Kipping ed il suo team si concentrano sulla rilevazione della presenza di lune con due metodi principali : il transit timing variation (TTV) e l'osservazione di particolari distorsioni della curva di luce.Questa indagine viene condotta sui 2326 potenziali pianeti [al 5/1/12] scoperti dalla missione Kepler.

Una seconda simulazione, sviluppata da Luis Tusnski del National Institute for Space Research in Brasile e
pubblicata in un articolo del dicembre 2011 nell'Astrophysical Journal, prende in considerazione esolune che orbitano sullo stesso piano del loro pianeta con orbite circolari. Nello studio il modello è modificabile con altri parametri orbitali della stella , dei pianeti e delle lune stesse.

La simulazione mostra i criteri con cui possono essere rilevate lune e sistemi di anelli usando la fotometria. Il risultato dello studio mostra che è possibile rilevare lune con un raggio di 1.3 raggi terrestri con CoRoT e  
di 0.3 raggi terrestri con Kepler attorno ad un pianeta della taglia di Giove. Per ciò che concerne gli anelli di un pianeta della taglia di Saturno, sia Kepler che CoRoT rileverebbero un pianeta con un raggio leggermente più largo non evidenziando quanto cercato : il limite di diffrazione di entrambi i telescopi in questa ricerca resta ancora una limite.

Nell'utilizzare questi metodi vi è però un rischio, ovvero quello di scambiare il segnale dato da attività stellare (come le macchie stellari) con quello di un'esoluna. Entrambi i segnali varierebbero nel tempo rispettivamente a causa della rotazione sulla superficie stellare della macchia e della rivoluzione attorno al pianeta della luna e sarebbe davvero difficile discernere i due segnali.

Una conferma a questo punto potrebbe essere data dalla misurazione dell'influenza gravitazionale messa in atto dalla luna in analisi.

Mentre queste simulazioni sono valide considerando una singola luna, il metodo elaborato da Andràs Pàl (Konkoly Observatory, Ungheria), è capace di analizzare sistemi planetari in cui avvengono transiti multipli. Il limite di questo metodo è la possibilità di considerare solo orbite circolari, mentre quello di Tusnski includeva una varietà maggiore di orbite. Il lavoro di Pàl deve essere ancora pubblicato su uno dei prossimi numeri di MNRAS.

Un'altra teoria , secondo Simon Porter del Lowell Observatory in Arizona, indica come pianeti con metà della massa gioviana che migrano all'interno del loro sistema planetario possano catturare pianeti di taglia terrestre e renderli loro lune. Questo potrebbe essere un modo per i giganti gassosi di ottenere tali grandi satelliti. Secondo Kipping , la formazione in situ di questi grandi satelliti è da escludere.

Dunque ognuno sviluppa il proprio metodo, ma pare che alla fine tutti siano complementari.
Secondo Tusnski , la missione CoRoT dovrebbe essere in grado di rilevare una esoluna con un raggio pari a 1.3 volte quello terrestre; la missione Kepler invece potrebbe 'vedere' esolune di raggio pari a un terzo di quello terrestre.




Crediti articolo :
 http://www.cfa.harvard.edu/HEK/ ,
 http://www.davidkipping.co.uk/ ,
 http://astrobio.net/

Nota : illuminante è anche questo compendio di Kipping. A mio parere uno dei migliori e più completi articoli sulle esolune in circolazione.