22.6.16

ATTRAZIONE QUASI FATALE?

Il suo nome provvisorio è PTF08-8695 B ed è (molto probabilmente) un giovanissimo pianeta gigante gassoso. Si tratta un candidato in attesa di conferma dal 2012, anno in cui è stato scoperto dal programma Palomar Transient Factory (PTF), attivo presso il Palomar Observatory in California e dedicato allo studio delle sorgenti variabili e transienti in banda ottica.

Situato a 1100 anni luce in direzione della costellazione di Orione, l'esopianeta orbita in sole 11 ore attorno ad una stella di appena 2-3 milioni di anni di età. Questa condizione sottopone il pianeta a sollecitazioni mareali e termiche estreme. Non conoscendo ancora in dettaglio la massa (ragionevolmente stimata in due masse gioviane), si può ipotizzare che il pianeta si sia formato su un'orbita più esterna e che sia progressivamente migrato verso la stella. 

Il team di astronomi che sta studiando questo sistema si è accorto di un eccesso di emissione nella riga H-alfa, evidenza della presenza di atomi di idrogeno ionizzato. Fin qui nulla di ecclatante, se non fosse per l'origine legata a due oggetti distinti del segnale: l'emissione proveniva dalla stella e da un corpo in orbita attorno ad essa.
Ulteriori studi hanno evidenziato il perfetto sincronismo tra il periodo orbitale del presunto pianeta e quello della componente di emissione H-alfa in movimento. Ciò ha permesso di attribuire con certezza all'oggetto in orbita una parte dell'emissione rilevata e, grazie al transito, stimarne la dimensione pari al 3-4% di quella stellare.
Analizzando le variazioni della velocità radiale legate all'eccesso dell'emissione H-alfa proveniente dal pianeta è stato possibile porre un limite superiore alla massa della stella (circa 0,5 volte quella del Sole) e del pianeta (4,5 volte quella di Giove).

Ma le sorprese non terminano qui: com'è possibile che l'emissione H-alfa proveniente dal pianeta sia
intensa quasi quanto quella proveniente dalla sua stella?

Non essendo questo possibile, si ipotizza che l'emissione totale dell'oggetto in orbita non derivi dal solo pianeta ma bensì da un'area ben più ampia. Dunque l'ipotesi più ragionevole è quella che vede un'ingente perdita di atmosfera da parte del giovane pianeta, strappata dall'intensa gravità stellare che la preleva dal pianeta e la fa precipitare sulla superficie stellare. Questo lungo ponte di idrogeno ionizzato sarebbe il responsabile della potente e ben evidente emissione da parte dell'oggetto in orbita attorno alla stella.
Al momento non si conosce ancora il tasso di evaporazione dell'atmosfera dell'esopianeta e quello di trasferimento del gas verso la superficie stellare, quindi non è possibile determinare quanto tempo rimanga al pianeta. Di sicuro la gravità stellare ha preso il sopravvento sull'esopianeta, che non riesce più a trattenere la sua atmosfera.

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